IL FATTACCIO
DI LIDO DI
DANTE
Su
Lido di Dante i media e le autorità locali: sindaco e vari politici locali
hanno molto sparlato contro il naturismo. L'ANER ha solo subito praticamente in
silenzio senza reagire come avrebbe dovuto.
Personalmente
ho chiesto le dimissioni del Presidente Jean Pascal Marcacci e dell'intero Consiglio
Direttivo.
Il
fatto più grave è iniziato anno scorso con il mancato rinnovo (dopo 5 anni)
dell'ordinanza estiva che il sindaco di Ravenna emetteva per riservare un
tratto di spiaggia ai naturisti.
Questa ordinanza che non è mai stata fatta osservare perchè il Comune non ha
mai multato chi non la rispettava indossando il costume o perchè, come pure
comprendeva, camminava, indebolendole, sulle dune, dava ufficialità al
naturismo ed obbligava il Comune a dotare la spiaggia del servizio, molto
importante, del bagnino di salvataggio.
L'ANER
già anno scorso avrebbe dovuto fare grosse pressioni ed organizzare anche
uno o più pubblici dibattiti invitando il Sindaco di Ravenna e tutte le parti interessate: politici,
forestale, prefetto, forza pubblica (in generale) e le associazioni di
categoria dei commercianti e degli esercenti.
Invece l'Aner ha continuato , come sempre a non fare nulla: a parte due righe
su un quotidiano.
Si
vedeva chiaramente che il nuovo Sindaco di Ravenna in carica dalla primavera 2006
era un’tessile integralista, a differenza dei suoi predecessori che hanno sempre appoggiato il naturismo dando
forza, assieme ad altre autorità, al sottoscritto per far nascere da zero, nel
1986, e poi crescere la spiaggia naturista.
Il
Sindaco ha motivato il suo mancato
rimuovo dell’ordinanza di anno scorso e poi anche di quest’anno dicendo che, la
nuova legge regionale avente come titolo ”Valorizzazione del turismo naturista“
approvata nel luglio 2006, lo obbligava a
dotare l’area del servizio igienico e che la forestale non lo autorizzava per
vincoli ambientali e che dove non era permesso il naturismo era di conseguenza
vietato.
Le
parole del Sindaco hanno dato fiato a vari personaggi politici d’opposizione e
di maggioranza che in coro, sino a metà giugno
di questo 2008, hanno tuonato per un immediato stop alla pratica
naturista.
La
motivazione del Sindaco e degl’altri appoggia sulla menzogna perché La legge
regionale non obbliga nulla ed in generale il legislatore da la possibilità ai
Comuni di destinare ,se vogliono, un’area
con i servizi che desiderano ed a controllarla è solo il comune
interessato.
La
legge n.16/2006 all’articolo 3 comma 2 dice” Nelle aree pubbliche destinate al
naturismo dovranno essere costruite semplici infrastrutture destinate a servizi
che siano scarsamente visibili, non inquinanti, rispettose dell’ambiente e
degli eventuali vincoli esistenti”.
Come
si legge, si parla di servizi in generale e la gamma dei servizi è molto ampia:
Potrebbero essere: dal sevizio igienico, alla pulizia della spiaggia, al
bagnino, ad alcuni tavoli da picnic ma, anche, la banca, l’asilo nido, il
chiosco ristoro, la fermata del tram, ecc. purchè inseriti in infrastrutture
intonate con l’ambiente.
Più
seriamente, a Lido di Dante, bastava il bagnino di salvataggio e la pulizia
della spiaggia con la posa di alcuni contenitori in legno per la raccolta dei
rifiuti (e quest’anno non sono stati messi neppure questi). Il servizio igienico
è meno importante del bagnino e, come feci io nel 1997 a farlo installare da
Comune nell’area della Forestale se la legge sulla riserva naturale è sempre
quella attuale?
Verso
la metà del giugno scorso dopo una sola iniziativa dell’ANER che invitava i
soci ad inviare delle e-mail al sindaco (forse una decina di mail in privato al
sindaco potevano cambiarlo?) si sono svegliati per la prima volta le
associazioni di categoria dei commercianti e degli esercenti Ascom e
Confesercenti in difesa dei naturisti dicendo che erano il 70% del turismo di
Lido di Dante e che erano per la loro continuità turistica nella storica
spiaggia della Bassona e chiesero un’incontro al Sindaco, all’assessore al
Turismo ed al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Dopo
il loro intervento il Sindaco, e gli altri integralisti tessili, non hanno più
parlato, almeno pubblicamente, di manovre antinaturiste (senz’altro rimandato
al prossimo anno). Solo i media ad iniziare dal TGCOM, Affari Italiani, Il sole
24 ore, Panorama e numerosi altri, continuano ancora falsamente a scrivere che
il Sindaco di Ravenna ha, addirittura, emesso un’ordinanza che vieta il
naturismo in spiaggia quando nella realtà, in spiaggia, non c’è stato nessun problema
legale: solo le presenze dei naturisti sono state molto inferiori agl’anni
passati.
La
cosa ridicola che è avvenuto quest’anno è il ritiro volontario dell’?ANER da
uno parte ormai storica della spiaggia naturista per una cinquantina di metri più
a sud che dimostra solo debolezza quanto
la stessa autorità comunale con le ordinanze passate consentiva ufficialmente
un’area più lunga e dopo che l’erosione ha portato via la metà della spiaggia.
Spero
che per il prossimo anno le associazioni Ascom e Confesercenti trovino un
accordo col sindaco perché loro, anche politicamente, sono forti e l’ANER
assente fisicamente e nelle iniziative.
Io
come sempre, da solo aggiungerò qualcosa
in difesa dell’idea naturista perché a Lido di Dante attualmente sono rimasti
solo alcuni NATURCONIGLI.
29
agosto 08
Fidenzio
Laghi / ex Presidente ANER