Spettabile Redazione,
il sottoscritto chiede da 15 anni una legge, che faccia
chiarezza sul diritto costituzionale che sancisce la libertà di esistere per
tutte le minoranze, a favore di una regolamentazione della pratica
naturista.
I naturisti sono una minoranza che, in Italia, è ancora perseguitata a
differenza dei paesi europei e non solo, che l'accettano democraticamente. La
pratica del naturismo porta all'intera collettività molti vantaggi: col
turismo ad esso legato, con un risparmio delle
spese sanitarie perchè la pratica naturista previene e cura naturalmente molte
forme di malattie e disturbi fisici e mentali ed, inoltre , previene
naturalmente vari reati insegnando il rispetto del prossimo e della natura.
In questi ultimi 15 anni sono state presentate varie Proposte di legge che non
hanno mai raggiunto l'aula.
La prima P.d.L. fu presentata dall'On. Sauro Turroni che accettò
una richiesta che, nel 93, nella allora mia qualità di presidente dell'Associazione
Naturista Emiliano Romagnola, feci a tutti i deputati dell'Emilia
Romagna; questa proposta ripresentata nelle legislature che seguirono fu
sottoscritta anche da 106 deputati facenti parte di tutti i gruppi parlamentari
presenti alla Camera dei Deputati. Altre proposte di legge furono presentate e
ripresentate negl'anni 2000 da Piergiorgio Massidda (Forza Italia), da Pecoraro
Scanio (Verde), da Franco Grillini
(DS) e da Gianpaolo Silvestri (Verde).
A livello regionale invece il sottoscritto assieme
all’attuale Presidente dell’ANER sono riusciti ad
ottenere una legge che, almeno, ha lo scopo di valorizzare il turismo
naturista:titolo della legge 16/2006 “ Valorizzazione del turismo
naturista “.
Questa legge ,in poche
parole, dice che “ promuove le condizioni necessarie per garantire la
possibilità di praticare il turismo naturista” ed a questo scopo i
comuni possono destinare delle aree che debbono essere segnalate con
cartelli ed altri requisiti e che, possono concederle in gestione a privati.
La Regione da solo delle indicazioni come deve essere
l’area e ad esercitare il controllo su queste aree per la Valorizzazione
del turismo naturista” è solo lo stesso comune: quindi qualsiasi cosa
faccia va sempre bene.
Certamente L’attuale Sindaco di Ravenna è rimasto un
totalitario e non accetta il rispetto del prossimo ed il diritto ad
esistere per tutte le minoranze così come la Costituzione italiana sancisce, a
differenza, di chi lo ha preceduto dall’85. Ci dettero
la possibilità di crescere: nel 1985 dopo i pareri favorevoli del “Comitato
cittadino “ di Lido di Dante, del Sindaco di Ravenna che avevo
incontrato quale Presidente ed a nome dell’ANER, di una delibera, nel 1986,
della Giunta regionale dell’Emilia Romagna che diceva di accettare il
naturismo, in particolare, a Lido di Dante ed a Lido di Spina. Dopo questi
importanti pareri favorevoli e la quasi totalità delle sentenze a favore della
pratica naturista, a partire dagl’anni 70, un gruppo
di una decina di naturisti dell’ANER dalla Foce del Bevano,
piena di drogati, si spostò nell’attuale area di spiaggia vicina all’abitato di
Lido di Dante. La stampa e la TV riportarono tante volte quali erano le nostre
sane idee ed il numero dei naturisti crebbe a migliaia in pochi anni. Poi negl’anni nacquero alcuni problemi per la presenza dei
maniaci e l’ANER riuscì nel 1993 (prima volta in Italia) ad essere
tutelata dai Carabinieri (stazione di Lido Adriano)..Nel 1994 dopo ben 8 anni
tranquilli dal lato penale nel mese d’aprile vennero a sorpresa, i Carabinieri
contro i naturisti denunciandone 42 (compreso il sottoscritto) per “Atti
contrari alla pubblica decenza” Il processo per il sottoscritto ed un amico
(gli altri come spesso capita, preferirono non lottare e pagarono un’ammenda)
si tenne nel novembre 95 e fummo assolti dal Pretore Donatella di Fiore perché
“Il fatto non sussista”.
Poi un riconoscimento ufficiale dal comune di Ravenna
venne con le ordinanze che riservavano un’area al naturismo emanate dal sindaco
Vidmer Mercatali nel 2002, e rinnovate per 5 anni.
Queste ordinanze, che poi non venivano fatte
rispettare dagl’organi competenti, stavano a significare in primo
luogo che il naturismo portava benessere all’intera collettività , che fare
naturismo non è reato (se il Sindaco lo avesse ritenuto tale non avrebbe
certamente emanato un’ordinanza a persone per commettere reati ).
Arriva,poi alla fine ,un
Sindaco nuovo, che giudico totalitario, che con delle scuse ridicole non
rinnova la concessione: dice che la legge regionale vuole i servizi igienici e
che non li può installare. Non lo ritengo vero anche perché scarica sulla
forestale la responsabilità di questo perché non concederebbe lo spazio. Io mi
domando e domando perché se il comune vuole (ma non vuole) fare
i sevizi igienici non li fa in casa sua ed invece li vuole fare in casa del
vicino?
Il comma 2 dell’aricolo3 della legge regionale dice “2.
Nelle aree pubbliche destinate al naturismo dovranno essere costruite semplici
infrastrutture destinate a servizi che siano
scarsamente visibili, non inquinanti,
rispettose dell'ambiente e degli eventuali vincoli esistenti”. Ebbene non dice servizi
igienici ma solo servizi in generale perciò tutti i servizi che stanno bene al
comune e che rispettano l’ambiente vanno bene perché poi a giudicare è solo il
comune e non altri. In semplici infrastrutture ci possono stare i sevizi igienici come la torretta per il bagnino, i
contenitori per i rifiuti, un chiosco ristoro, uno spazio con docce, ma non
s’intende tutti i servizi come pure sarebbe una banca, un asilo nido, la posta,
un ambulatorio medico,dei negozi, eccetera, eccetera. Vedo molto chiaro quello
che vuole il sindaco, il comitato cittadino di Lido di Dante (non chi dovrebbe
rappresentare), la Circoscrizione del Mare ed altri compreso
Alvaro Ancili che era presente quale esponente DC nel consiglio comunale
già nell’85 e che sino a 2 anni fa è stato praticamente zitto a parte poche
cose dette sottovoce.
.Mi pare irrazionale che un sindaco ed
esponenti dell’opposizione, parlino contro agli interessi dei loro
cittadini: a Lido di Dante prevale il turismo naturista e per i tessili la
località possiede scarse attrattive.
Anche guardando la sola realtà economica in questa località
si dovrebbe lavorare per richiamare questa nicchia di turismo con milioni di
potenziali ospiti, eliminando i problemi esistenti che fanno scegliere altre
località turistiche ai naturisti europei. Le autorità locali con il loro
bombardamento contro i naturisti hanno già fatto scappare molti turisti. E contratti sono saltati.
Speriamo bene per il futuro e che molti aprino bene le
menti ,la ragione e gli occhi e che non rimanga unica
l’iniziativa positiva che viene dalla decisione del “Camping Classe” di tenere
due persone a sorvegliare quei personaggi che altrimenti si comportano
chiaramente contro la legge ed il rispetto del prossimo per fare in modo
che queste persone mantenghino un rispettoso comportamento.
Lido di Dante era un civile esempio
nazionale ora passato all’estremità opposta. Da decine d’anni i naturisti
denunciati in varie località italiane per un reato che,come
i fatti hanno dimostrato, non commettono e che affrontano il processo
economicamente più costoso dell'ammenda che subito il Giudice decide
d'ufficio,vincono sempre la causa a tutti i livelli (io fui denunciato nel 94 a
Lido di Dante assieme ad altri 41 naturisti e solo assieme ad un amico
affrontai il processo in tribunale nel novembre 95 e fummo assolti),
Alvaro Ancisi ha detto che la Cassazione nel
2006 ha sentenziato contro il naturismo ed è vero ma, lo ritengo poco corretto
perché non ha accennato alle 2 sentenze della Cassazione del 2000 a favore del naturismo e le numerosissime sentenze assolutorie, come
la mia del 95 e quella dell’imprenditore toscano lo scorso maggio a Ravenna, venute
da pretori e giudici in tante località italiane. In termini sportivi
Ancisi fa vincere la squadra che fa 1 goal e non quella che ne fa 50.
Come detto la Cassazione con 2 sentenze nell'anno 2000
ha sentenziato che il nudo del naturista non è reato. Per esempio la n.1765/2000 dice che "la nudità dei genitali può
assumere un diverso rilievo penale in funzione del contesto
oggettivo e soggettivo in cui è concretamente inserita: così può configurare un
atto osceno, quando esprime, anche psicologicamente, un istinto sessuale; ma
può semplicemente costituire un atto contrario alla pubblica decenza, quando è
mero esercizio della funzione fisiologica dell'urinare; o addirittura sfugge
a qualsiasi rilevanza penale se è inserita in un contesto pedagogico o didattico
(es. durante una lezione di anatomia o di educazione sessuale) ovvero in
particolari contesti settoriali (per es. di tipo naturista o salutista).
Ma anche se i giudici assolvano
la persecuzione continua.
Faccio solo un esempio fra i tanti :
- Martedì 26 giugno 07 il presidente attuale
dell'ANER Avv. Jean Pascal Marcacci ha difeso un naturista denunciato dai carabinieri
perchè sorpreso nudo sulle rive dell'Adda nel Comune di Rivolta d'Adda (CR).
E' stato assolto dal Giudice di Pace di Crema perchè il fatto
non costituisce reato.
Questa sentenza locale nella quale il PM chiedeva una condanna ridicola a 20
euro, in aggiunta alle favorevoli precedenti sentenze, non è bastata a fermare
le persecuzioni di alcune autorità (sindaco in testa).
Dopo due giorni (il giovedì) un'altro blitz dei
carabinieri ha denunciato altri 2 naturisti, poi il sabato altro blitz con
ulteriori 3 naturisti denunciati. Ed, inoltre, altri due
blitz il 10 ed il 27 luglio con altri 5 denunciati arrivando ad un totale di 10
naturisti denunciati nell'arco di un mese subito dopo ad una sentenza
assolutoria.
Aggiungo che sull'Adda negl'ultimi due anni sono stati
48 i naturisti denunciati e che il PM ha impugnato la sentenza del Giudice di
Pace di Crema.
Questo comportamento quanto costa ai naturisti interessati e quanto costa
allo stato?
Cordiali saluti
16 giugno 08
Fidenzio Laghi / Presidente onorario ANER
.