02 giugno 2011

 JESOLO. Naturisti in fuga: dalla rossa Ravenna alla verde Jesolo. Non dovranno portarsi molti vestiti nei bagagli per venire a prendere il sole al lido, dove domenica sarà inaugurata la prima spiaggia naturista del Veneto.  Se ne vanno dalla Bassona, spiaggia al Lido di Dante, dopo vari scontri con il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci. Sono i naturisti dell'Aner, l'associazione dei naturisti dell'Emilia Romagna che sta per partire verso Jesolo dove l'Anaa, associazione naturisti altoatesini, gestirà la spiaggia data in concessione dal Comune con tanto di assistente ai bagnanti e bagno chimico. «Ravenna ha chiuso con noi - dicono gli emiliani - questo vorrà dire un 20 per cento di presenze in meno. Chi ci ospita, e più che volentieri, lo abbiamo trovato nel Veneto remoto, quello più leghista che mai». I referenti dell'Aner hanno guardato con estrema curiosità e rispetto a Jesolo che ha concesso la spiaggia addirittura su un'isola. Non possono aspettarsi che il sindaco Francesco Calzavara li attenda come mamma lo ha fatto, lui che in spiaggia arriva in blazer blu anche a 30 gradi all'ombra. Però il primo cittadino ha dimostrato larghe vedute sull'argomento e si prepara per la storica inaugurazione di domenica. Questo target turistico consolidato a Ravenna contava 15mila turisti provenienti da ogni parte d'Italia, della Germania, e dei Paesi Bassi. Per questa volta, il Veneto e Jesolo sono meno bacchettone delle località romagnole, famose per essere tanto liberali. Del resto «i schei xe schei». In fondo l'unico sacrificio sarà vedere migliaia di persone nude. Sperando che ci sia anche qualche bella turista. «Sono molto orgoglioso che anche il Veneto, finalmente, abbia ottenuto la sua prima spiaggia naturista - dice il vice presidente nazionale Anita, associazione naturista, Leonardo Modulo - è un importante segno di apertura al futuro e a nuovi stili di vita e di turismo, nel massimo rispetto della natura e delle persone. Desidero esprimere il mio particolare ringraziamento a Daniele Bertapelle che molto ha fatto per ottenere questo storico risultato. La battaglia per l'Isola del Mort ebbe inizio molti anni fa quando i giornali cominciarono a parlarne e a porre la questione sul tavolo. All'epoca ero referente per il Triveneto dell'Anita, e vi assicuro che non è stato mai facile far passare un messaggio corretto sul mondo naturista».